Dal cuore delle botti,
l’essenza dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP

Le nostre eccellenze

Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P.
Extravecchio

25 anni

  • L’anima più intima e nobile della nostra Acetaia. Dopo oltre venticinque anni di maturazione in botti antiche, alcune delle quali risalenti alla metà del Settecento raggiunge la sua massima espressione.

    Il colore è denso e vellutato, quasi nero, con riflessi brillanti. All’olfatto regala una sinfonia di profumi: legni antichi, frutta matura, spezie, cacao, melassa. In bocca è armonico, potente e persistente.

  • È pensato per essere assaporato puro, con lentezza e rispetto, magari su un Parmigiano Reggiano stagionato, su fragole fresche, o semplicemente da solo, come si gusta ciò che non ha bisogno di altro per essere straordinario.

  • Se desideri acquistarlo, scrivici all’indirizzo info@acetaiavillaemma.com e ti risponderemo nel prossimo giorno lavorativo

Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P.
Affinato

12 anni

  • L’Affinato è il primo traguardo di un lungo viaggio, l’espressione di un equilibrio giovane ma già complesso, nato da almeno dodici anni di travasi, stagioni e silenzi.

    Si presenta con una densità avvolgente e una brillantezza profonda, quasi cremosa, che si apre in un bouquet elegante e armonico: note fruttate, legnose, un leggero accenno di acidità e una dolcezza calda e rotonda.

  • È un aceto vivo, versatile, capace di esaltare con delicatezza piatti semplici o raffinati. Qualche goccia sull’uovo, su un risotto o su un formaggio stagionato trasforma il gesto in un’esperienza.

  • Se desideri acquistarlo, scrivici all’indirizzo info@acetaiavillaemma.com e ti risponderemo nel prossimo giorno lavorativo

A woman holding a newborn baby, with six children and a man surrounding her, in a vintage indoor setting.

Una storia di Famiglia
e di Passioni

A woman wearing a white chef coat, yellow gloves, and a white hat stirring a large outdoor cooking pot over an open fire in a covered outdoor kitchen.
An elderly woman in a white coat and hair net stands in a cellar, holding a lit candle and a long tool, with shelves of wine bottles behind her.
Four people standing behind a table with a banner reading '971 BALSAMICI ESTENSI,' celebrating the 5th Gaura del Palio di S. Giovanni in 1971, with some holding medals or awards.

VILLA EMMA, Custode dell’Acetaia

A large, elegant mansion with a terracotta roof, surrounded by lush green lawns and tall trees.

Villa Emma è una maestosa residenza immersa nel verde, nata intorno al 1890, per volere del Commendator Carlo Sacerdoti, che la fece costruire per la moglie, Emma Coen.

Affidata al talento dell’architetto Vincenzo Maestri, la Villa è un inno alla grazia classica e all’eleganza liberty, con balconate in cotto, capitelli corinzi, affreschi raffinati e pavimenti decorati che ancora oggi sorprendono per la loro poesia visiva.

Nel suo sottotetto, nascosta tra le travi e il profumo del legno antico, riposa l’Acetaia della famiglia Giacobazzi. Qui, da generazioni, le botti custodiscono il tempo e il sapere, in perfetto equilibrio con l’anima della Villa: un luogo dove il balsamico cresce nel silenzio e matura come un ricordo che si fa sapore.

  • C’è un luogo, nel cuore verde di Nonantola, dove il tempo non si misura in ore ma in emozioni. È Villa Emma, una dimora signorile costruita intorno al 1890 come gesto d’amore: il Commendator Carlo Sacerdoti volle dedicarla alla moglie Emma Coen, e per lei affidò il progetto al celebre architetto modenese Vincenzo Maestri, raffinato interprete del classicismo e della grazia liberty.

    Sin dal primo sguardo, Villa Emma colpisce per la sua armonia sontuosa: i suoi prospetti imponenti si aprono con balconate in cotto, loggiati con capitelli corinzi, e dettagli scolpiti con eleganza, in un dialogo perfetto tra solidità e leggerezza. La scala d’onore, ampia e scenografica, accoglie gli ospiti come un abbraccio nobile, mentre sul lato opposto, un patio appartato e silenzioso invita alla contemplazione.

    La pianta della Villa, concepita per aprirsi al parco, segue una logica fluida, quasi organica, che fa scorrere lo sguardo e i passi da una stanza all’altra. Le ampie finestre inondano di luce i saloni, dove gli affreschi a volta firmati dal maestro Fermo Forti si svelano come cieli dipinti: ogni ambiente è un tema, un’atmosfera, un racconto. I pavimenti decorati, i giochi di colore, la continuità tra interno e natura, rendono ogni percorso un’esperienza sensoriale che incanta e commuove.

    Ma il cuore più silenzioso della Villa pulsa sotto il tetto: lì, nelle soffitte che seguono tutta la pianta, l’Acetaia di famiglia riposa e respira, da generazioni. Le botti, alcune addirittura risalenti a metà Settecento, maturano l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena in un’atmosfera fatta di legno, stagioni, quiete e profumo. È un luogo sospeso, fuori dal tempo, dove il Balsamico non è solo prodotto, ma rito, eredità, voce.

    E poi c’è la storia che Villa Emma ha custodito, nel momento più buio del Novecento. Tra il 1942 e il 1943, in piena guerra, 73 bambini e ragazzi ebrei, in fuga dalla Jugoslavia e dall’Europa centrale, trovarono qui rifugio. Ospitati grazie all’organizzazione Delasem e alla generosità di Nonantola, vennero protetti da don Arrigo Beccari, il dottor Giuseppe Moreali e da tante famiglie del paese. Quando l’occupazione tedesca si fece imminente, i ragazzi vennero nascosti e salvati uno a uno. Un solo nome, purtroppo, finì nei registri di Auschwitz. Ma Villa Emma divenne simbolo di speranza, e di quell’Italia che ha saputo, nel silenzio, resistere con umanità.

    Oggi Villa Emma è tutto questo: una dimora storica, un santuario del gusto, un luogo di bellezza e memoria. Ospita eventi, ricevimenti, incontri, ma soprattutto accoglie chi cerca un’esperienza autentica fatta di architettura che racconta, paesaggi che avvolgono, e un Aceto Balsamico che non si dimentica.

    Scopri di più su villaemma.com

FAQ 

  • Una batteria è una serie di botti disposte in ordine decrescente di capacità, ognuna costruita con una diversa essenza: rovere, ciliegio, castagno, ginepro.

    Ogni anno, una parte dell’aceto passa da una botte all’altra, seguendo un ritmo antico. È un rituale lento, fatto a mano e con il cuore, che permette all’aceto di maturare, concentrarsi e assumere aromi sempre più profondi.

    Ogni batteria è un microcosmo di memoria e ogni goccia è una storia che ha attraversato gli anni.

  • L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. è il frutto di un solo ingrediente: mosto cotto di uve modenesi, cotto lentamente a fuoco vivo. Matura per almeno 12 anni in batterie di botti senza aggiunte né scorciatoie. È un’opera del tempo, sottoposta al giudizio di una commissione di esperti prima di poter indossare il sigillo della Denominazione di Origine Protetta.

    L’I.G.P., invece, è un prodotto più giovane, industriale, ottenuto da una miscela di mosto e aceto di vino, spesso con caramello aggiunto.
    Due mondi distinti: uno è artigianato, l’altro è produzione.

  • Perché lì, nel sottotetto, accade la magia. D’estate il calore fa evaporare, concentrare, addensare. D’inverno, il freddo rallenta tutto, e l’aceto riposa, si assesta, si raccoglie. Le stagioni fanno la loro parte, con rispetto e precisione.

    Tra le travi antiche di Villa Emma, nel silenzio e nella penombra, l’aceto impara a essere se stesso. Lì respira con il legno, ascolta il tempo e diventa sapore.

  • Per chiamarsi Affinato, un Aceto Balsamico Tradizionale deve aver vissuto almeno 12 anni tra i legni delle botti.

    Per diventare Extravecchio, ne servono 24 o più. Anni di attese, travasi, stagioni che passano e profumi che si stratificano.

    L’età, in acetaia, non è solo un numero: è un valore.

  • Come si farebbe con qualcosa di raro. In purezza, su un cucchiaino di ceramica o di plastica neutra.
    Prima si osserva la luce che filtra nel suo colore scuro, poi si ascolta il profumo — profondo, denso, inconfondibile.

    Infine, lo si assapora con lentezza, lasciando che la dolcezza, l’acidità e i sentori del tempo si aprano sul palato come un racconto sussurrato.

  • Un buon balsamico tradizionale non ha fretta, nemmeno dopo l’imbottigliamento.

    Se ben conservato, chiuso, lontano da luce e calore, non ha scadenza.
    Può vivere a lungo, migliorando nel tempo, come i gesti che l’hanno fatto nascere.

  • Sì, spediamo le nostre confezioni ovunque, in Italia e nel mondo.

    Confezioniamo ogni ordine con la stessa cura con cui custodiamo le botti: materiali sicuri, packaging elegante, attenzione ai dettagli.

    Che tu sia vicino o lontano, una goccia del nostro Oro Nero può arrivare fino a te.